giovedì 17 giugno 2010

vulvuzela

E' lo status symbol del momento. La sua inequivocabile forma simile a una tuba, unita all'irresistibile fascino attrattivo esercitato dall'oggetto, ne fanno un elemento irrinunciabile per l'uomo del terzo millennio. Purtuttavia, tutti se ne dicono infastiditi. Gli uomini, per quel continuo ronzio, costante e mononota, di cui non riescono a cogliere bene il significato. Le donne si concentrano maggiormente nel deprecarne le proprietà riproduttive.
Sebbene le apparenze suggeriscano che siano gli africani a potersi fregiare di una maggiore e consolidata pratica dello strumento, la giustizia divina restituisce a un popolo flagellato la meritata rivincita sui luoghi comuni e sulle troppe maldicenze dettate dall'invidia e dall'odio.
L'orgoglio di una nazione risuona forte e unito dalle Alpi alla Sicilia, da Cologno a Cinecittà, come uno sciame di api operose intente a produrre il miele del loro futuro.

Le vulvuzelas vengono prodotte da un imprenditore bergamasco di Terno d'Isola (Wikipedia)
Ripensandoci, il rumore somiglia decisamente più a quello di una lunga pernacchia.