domenica 3 gennaio 2010

iperrealtà


Viviamo una realtà in cui i flussi di informazione orientano la percezione della realtà stessa da parte delle persone. Il pluralismo di fonti, se mai è esistito, non c'è più. E' stato rimpiazzato da un pluralismo di media, o meglio da gruppi definiti dall'utilizzo di uno specifico medium. Il prodotto di questa babele è un dibattito caotico e sterile tra opinionizzati acritici, che si muovono all'interno della società rimodellandola secondo gli schemi proposti dalle rispettive fonti di provenienza. Il risultato è un'iperrealtà, in cui il mondo reale è esteso da quello massmediatico. Quest'ultimo, come una protesi che non risponde più al corpo in cui è stata installata, inizia a modificarne le funzioni condizionandone l'essenza.
Gli strumenti comunicativi sono non solo il teatro dello scontro tra gruppi sociali. Ne sono l'oggetto.
COMMENTI:
@dejanna Tutto deve essere ricondotto ad una visione complessa del reale, la realtà non è semplice, e se prima le nostre interpretazioni si complicavano per tentare di capire la realtà intesa come "semplice", adesso, che la realtà stessa si è complicata, spetta all'uomo il compito di semplificarla! Il pluralismo, così come ci è stato insegnato, non è più ermeneutico, ma ontologico. Le cose stanno riacquistando la forza che le interpretazioni le avevano sottratto.
La tua frase: "gli strumenti comunicativi sono non solo il teatro dello scontro tra gruppi sociali. Ne sono anche l'oggetto", diventa: "gli strumenti comunicativi non sono il teatro, sono l'oggetto degli gli scontri sociali". La differenza è sostanziale e ha implicazioni notevoli.

@andreabros sono fondamentalmente d'accordo, ma credo che gli strumenti comunicativi mantengano il loro ruolo ermeneutico, per quanto con le arcinote distorsioni derivanti dalla natura di ogni specifico medium. la proliferazione degli strumenti comunicativi li porta tuttavia a essere, oltre che mezzi interpretativi della realtà (come avveniva già in precedenza), anche mezzi di trasformazione del reale e territorio di scontro sociale.

@dejanna Ciò che contesto è la natura stessa di "mezzo" dei media. In un mondo dove tutto è "mezzo" (l'essere umano stesso è spesso considerato un "mezzo") dire che una cosa è un "mezzo" è non dire nulla di più. Reputo più onesto approcciarsi ai media in maniera "ingenua", come se fossero dei semplici oggetti, di modo che si possano raccontarc per quello che realmente sono e non per quello che dovrebbero essere.

@andreabros dejana...ma vaffanculo tu e il tuo puntiglio filologico :D :D

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