domenica 20 dicembre 2009

segnali

Mi è sempre piaciuto professarmi come una persona che non crede ai segnali.
Un tipo razionale, analitico. Che legge la realtà attraverso i fatti nudi e crudi, senza lasciarsi influenzare dalle sensazioni o dai pensieri associativi.
Eppure, nel mio intimo, faccio esattamente l'opposto.
Il mio approccio pseudoscientifico, così ostentato nel commentare cose che non mi riguardano direttamente, va a farsi un bel giretto quando si tratta di me.
Così comincio a montare e smontare fatti, contesti, dialoghi per leggerci l'eventuale presenza di un dettaglio sfuggito, di una sfumatura non percepita, di un non-detto significativo, di una manifestazione dell'insondabile.
Rievoco gli odori, i colori, le espressioni, cerco di rivivere le situazioni guardandole dall'alto, dall'esterno, come se fossero le scene di un film.
Non sempre la scena mi piace, ma l'esercizio è utile per creare un quadro diverso dal percepito contingente, per ottenere una gestalt formata da elementi nuovi, e spesso affiorano consapevolezze importanti.
Non sempre l'elaborazione è rapida, spesso bisogna lasciarla decantare, ma poi alla fine il sapore è enologicamente migliore e interpretativamente più chiaro.

Per esempio
-Il tamponamento kamikaze, da me provocato nella giornata di sabato, porta alla luce i seguenti elementi:

necessito di una maggiore quantità di sonno;
alzarsi dal letto di sabato prima delle 13 è un pessima idea;
continuo ad avere scarsa dimestichezza nelle situazioni scivolose;
ho una palese per quanto celata attrazione per la sodomia attiva.

-Il gelo che ha stretto nella sua morsa il paese negli ultimi giorni evoca lo stallo emotivo che ho ormai raggiunto di fronte alla quotidianità. Attorno alla mia voglia di cambiare, di uscire dall'impasse lavorativa, sentimentale, attitudinale, (politica), si è formata una spessa coltre di ghiaccio. Le temperature hanno raggiunto una rigidità sensazionale, mai vista oserei dire. Bisogna tuttavia riconoscere che penna (tastiera), occasionali moti di ribellione giovanile e alcuni spiriti affini si adoperano senza posa e con impegno nell'opera di scalpellamento dell'iceberg. A loro, la mia gratitudine. Nell'attesa di un primaveril disgelo.

-Dopo lunghe ed estenuanti ricerche, scopro che il tarocco dell'innamorato esiste davvero.  Ad esso sono dedicate le restanti righe, nonchè una fragorosa risata.

L’Innamorato, più che una carta che rimanda all’amore, ad esclusione di casi particolari in cui le carte vicine lo confermano, è una carta che rimanda ad una scelta affettiva, all’attesa, a rapporti, quindi, che sono ancora in formazione. Il consultante si trova di fronte a una decisione importante, ma si tratterà di una scelta libera, da compiere in tutta calma, senza pressioni esterne e che, in ogni caso, si rivelerà vincente. Nel momento della scelta è importante affidarsi al sesto senso, all’intuizione, al cuore, cui la carta fa riferimento. Dal punto di vista affettivo rimanda a una fase di infatuazione, contrassegnata da scelte e progetti che coinvolgono un'altra persona; può anche trattarsi di una decisione difficile ma necessaria per mettere fine a uno stato di confusione sentimentale, quindi una scelta fra due persone. Dal punto di vista professionale rimanda all’arte, alla fantasia, a buone idee che devono essere messe in pratica, a una scelta importante da effettuarsi nell’ambito lavorativo che riguarda le proprie aspirazioni.
Rimanda anche a una persona volubile, indecisa ma, in fondo, buona e generosa; può riferirsi a un artista, a una persona creativa ed originale. Può indicare il consultante stesso durante la fase dell’infatuazione oppure un giovane innamorato di età inferiore ai trent'anni.
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